Giornate del Cinema Muto 2014
Dal 4 all’11 ottobre si tiene a Pordenone la 33esima edizione delle Giornate del Cinema Muto con un programma che, come al solito, propone straordinari recuperi del cinema del passato, tra inediti, restauri e (ri)scoperte. Le nostre recensioni, interviste e approfondimenti.
Ritrovarsi a Pordenone per Le Giornate del Cinema Muto è un’emozione che forse non è paragonabile a quella di nessun altro festival. Durante la manifestazione friulana, infatti, è possibile ritrovare perle sepolte o mai scoperte di una fase storica del cinema – quella degli anni del muto, per l’appunto – che sembra tanto lontana da noi, ma che allo stesso tempo si palesa come un’epoca in cui il linguaggio aveva raggiunto una autosufficienza e un’autarchia in cui lo sguardo, il punto di vista, la posizione della macchina da presa avevano una prevalenza assoluta rispetto ad ogni altro meccanismo cinematografico – a partire ovviamente dalla parola. Ecco perché ogni volta con Le Giornate del Cinema Muto si torna a lezione, lezione di un cinema sparito e scomparso, ma ancora vivissimo e vivido per l’esempio che ancora oggi può dare a chi vuole o vorrebbe fare cinema, e/o per chi nel cinema riconosce – o vuole riscoprire – ancora e sempre la prevalenza dell’elemento visivo.
In questa 33esima edizione delle Giornate del Cinema Muto le rarità e le perle sono, come sempre, numerose e imperdibili: si va da una retrospettiva sui film con protagonista la famiglia Barrymore – e la serata di apertura sarà dedicata per l’appunto a When a Man Loves, film di Alan Crosland del 1927 con protagonisti John Barrymore e Dolores Costello – a un omaggio al personaggio di Charlot a cento anni dalla nascita – cui sarà dedicato l’evento di chiusura con la proiezione di Luci della città -, fino all’indispensabile sezione del Canone rivisitato che vede quest’anno come fiore all’occhiello la versione integrale dei Nibelunghi di Frizt Lang, senza dimenticare la rassegna dedicata agli albori del Technicolor, la personale dedicata al cineasta russo Yakov Protazanov (sezione denominata Risate russe), la selezione incentrata sugli albori del cinema giapponese e quella sull’animazione ucraina della seconda metà degli anni Venti.