Venezia 2008
L’alba del secondo quadriennio dell’era Müller è iniziata nella consueta affollatissima conferenza stampa di presentazione di Venezia 2008, la 65. Mostra del Cinema. Nulla sembra essere cambiato, insomma, nelle nebbie del Lido, e quei pochi cambiamenti che ci sono stati – Baratta al posto di Croff a capo della Biennale – suonano più come ritorni che come rivoluzioni.
Le autentiche sorprese di Venezia 2008 Müller le riserva nel programma – ancora una volta spiazzante come sempre nella sua gestione – ed è lì che il direttore, ora che ha ottenuto la tanto sospirata conferma, sembra aver concentrato i propri sforzi. Qualcuno ha storto il naso per un eurocentrismo forse esagerato – l’avevamo già rimarcato analizzando il programma delle Giornate degli Autori – che sta senza dubbio caratterizzando questa annata veneziana ma c’è da far conto con la serie di scioperi minacciati e realizzati a Hollywood per capire bene il perché di queste scelte. Mancano Oliver Stone – che con il suo W. era dato per certo – Scorsese, e almeno un altro maestro americano ma le caselle sono state rimpiazzate certamente bene, con alcune scelte indipendenti o proto-tali (Aronofsky, Bigelow e Demme), un esordio interessante (Arriaga, lo sceneggiatore di Iñarritu, presenterà The Burning Plain) e uno sperimentatore (Naderi). Insomma, spazio ai rimpianti proprio non ce n’è, almeno da questo lato del mondo. Dall’altra – passiamo a Oriente dunque – si è sorpresi invece per la decisa virata verso il Giappone (tre titoli in Concorso) e l’animazione con due Maestri giapponesi come Miyazaki e Oshii; Takeshi Beat Kitano presenterà invece il terzo capitolo della trilogia autoreferenziale: dopo la frammentazione dell’io in Takeshis, l’azzeramento del proprio cinema figlio di un cervello a pezzi in Glory to the Filmmaker!, con Achilles and the Tortoise Kitano, parafrasando Zenone, sembra auto-condannarsi a inseguire un’utopica idea di cinema… [continua a leggere]