Thor: Love and Thunder

Thor: Love and Thunder

di

Il dio del tuono è sempre più amico dei bambini in Thor: Love and Thunder di Taika Waititi, ipercromatica, fantascientifica e a tratti demenziale commedia per tutta la famiglia targata Marvel, che ha in serbo però uno dei villain più convincenti del MCU. D’altronde a interpretarlo è Christian Bale.

Kill your Idols

La temporanea quiete di Thor viene interrotta da un serial killer di divinità noto come Gorr il macellatore di dei, la cui ira sanguinaria rischia di causare l’estinzione dell’intero pantheon galattico. Dato che il prossimo nella lista è proprio lui, il dio del tuono dovrà unire le forze con Valkiria, il roccioso Korg e con un’alleata inattesa: l’ex fidanzata Jane Foster. [sinossi]

Tutto ebbe inizio tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90, quando una band pop metal chiamata Guns N’ Roses esplose sulla scena musicale, anche grazie al suo frontman Axl Rose, che accrebbe poi la sua fama indossando una t-shirt con effige cristica e una scritta provocatoria: “Kill you idols”. Non è esattamente questa la trama di Thor: Love and Thunder di Taika Waititi, ma è un buon punto di partenza per comprenderne il mood, lo spirito rock e metal che lo anima, il desiderio di demistificare per poi riconfermare. Quel desiderio che animava in fondo Axl Rose nella sua esibizione con la discussa t-shirt, che è ora al centro del film di Waititi e che appartiene in maniera profonda al cinema hollywoodiano tutto, prima ancora che al MCU. Tutti i miti, in fondo, si basano su questo, è una questione di “fede”, della sua messa in discussione e della sua riconferma. Ecco allora che questo quarto capitolo della saga dedicata al dio del tuono, il secondo diretto da Waititi, si apre con un prologo assai interessante, dove il personaggio di Gorr (Christian Bale), ultimo superstite della sua genìa, assiste impotente alla morte della figlioletta in un deserto post apocalittico e, una volta al cospetto del suo dio, si rende conto che questi è un inetto, indifferente alle sofferenze e all’estinzione dei suoi stessi adepti. La vendetta di Gorr sarà feroce, e si scaglierà contro ogni forma di divinità.
Si apre dunque in maniera promettente e anche problematica Thor: Love and Thunder, con una messa in discussione delle divinità e del loro senso di giustizia, così distante da quello umano. Ma siamo nella saga dedicata al dio del tuono, siamo nel MCU, in un pantheon contemporaneo che nessuno vorrebbe mai vedere estinguersi, un sistema che conosce bene quanto il criticare, problematizzare, anche abbatere per poi riconfermare, sia lo strumento narrativo-emotivo più forte e convincente. Un sistema che ha fatto della propaganda si sé, del suo glorioso marchio, del graduale e inesorabile recupero del suo pantheon di supereroi, il suo punto di di forza essenziale.

Ecco dunque tornare in scena il Thor (Chris Hemsworth) a cui siamo oramai abituati che, dismessi i drappi seriosi e le tensioni edipiche delle origini (Thor, Kenneth Branagh, 2011) si è indirizzato dapprima verso l’action più fracassone (Thor: The Dark World, Alan Taylor, 2013) e poi, con Taika Waititi alla guida (Thor: Ragnarock, 2017) verso la commedia scanzonata e anche un po’ demenziale. Più svampito, più muscoloso, più omoerotico (questa volta le sue attenzioni sono per Star-Lord), più rock star e con una corazza cromata dai colori sgargianti, il figlio di Odino serba le sue insicurezze (è stato sedotto e abbandonato da Jane Foster), ma è sufficientemente ottuso e incosciente da lanciarsi nella mischia al ralenti tutte le volte che è necessario. In fondo è un sentimentale, sempre pronto a combattere, specie per difendere i più deboli. Anche se questa volta ad essere minacciati sono in realtà gli dei della galassia – a cui sono stati aggiunti, saggiamente, anche dei bambini rapiti -, quindi c’è bisogno di una buona dose di humour per condire il tutto e di una squadra adeguata alla missione, di cui fanno parte il roccioso, ma tenerone Korg (doppiato in originale dallo stesso Waititi), la volitiva guerriera Valkiria (Tessa Thompson), e una new entry, la Mighty Thor incarnata dall’ex fidanzata e scienziata Jane Foster, che ora brandisce il Mjolnir, indossa abiti norreni e, per la prima volta in questa saga, ha uno sviluppo narrativo interessante: è malata.

Ma con buona pace del tema anti-religioso iniziale e di quello di per sé tragico della malattia, con Thor: Love and Thunder prosegue di fatto l’abbassamento del target di riferimento della saga già iniziato nel precedente capitolo, per cui appare presto evidente che tra creature buffe di varia origine spaziale, mondi e pianeti variopinti e stupefacenti, un epos e una comicità di grana grossa, Thor sia ben avviato verso un pubblico di giovanissimi. Cosa che tra l’altro è tematizzata all’interno del film, quando troviamo il nostro eroe alle prese con il gruppo di bambini asgardiani (e non) rapiti, tra i quali spicca poi il figlio del compianto guardiano del Bifrost Heimdall, che non a caso vuole farsi chiamare Axl. E certo va detto, non è facile poi digerire il fatto che questi bambini, seppur non terrestri, vengano armati per combattere, e altri minori poi, sottoposti a corsi di autodifesa. Ma questa è una storia antica e anche assai contemporanea, tutta made in USA.

Se il precedente Thor: Ragnarock era cadenzato nei momenti clou dalla tonante Immigrant Song dei Led Zeppelin, Waititi ora rilancia facendo tonare sullo schermo due delle hit più celebri dei Guns N’ Roses: Welcome to the Jungle, Sweet Child O’ Mine. Dopotutto quello che vuole dirci è che di divinità, specie musicali e cinematografiche, ne avremo sempre bisogno. Non possiamo ucciderle. Quanto alla struttura del racconto, pare che in Thor: Love and Thunder la teoria del wormhole (tunnel spazio-temporali), qui spiegata dalla scienziata Jane Foster (Natalie Portman) citando, ironicamente, Interstellar, animi l’intero script, dato che si entra in una scena e si esce in un’altra a ripetizione e senza sapere mai cosa aspettarsi. Al di là del varco, si può stare certi, ci sono nuove avventure, nuove creature, nuovi brani della playlist, nuove battute, più o meno divertenti.
Per facilitare la comprensione della storia, frequenti sono i “riassunti delle puntate precedenti” mascherati da estemporanei storytelling rivolti ad accoliti di varia natura, bambini inclusi, o persino da gustose rappresentazioni teatrali (spassosa la recita asgardiana con i suoi camei di alta levatura) A questi fantasiosi (ma non troppo) spiegoni narrativi, si affiancano poi discussioni sul “da farsi” tenute dai protagonisti, gag slapstick e verbali, scene di battaglia con brani dei Guns N’ Roses. Il ritmo del racconto è dunque così scandito, ed è difficile perdere l’orientamento, tutto viene ampiamente reiterato e chiarificato, confermando, una volta di più, quale sia il pubblico di riferimento del franchise di Thor. Probabilmente un pubblico facile preda della distrazione, abituato com’è a scrollare video di breve durata sui social.

Anche a questo si deve probabilmente la natura rapsodica di Thor: Love and Thunder, fatta di episodi, incontri, battaglie che però partono dai toni sgargianti e dall’epos rockettaro, per approdare poi, e in questo risiede il vero disegno del film, il suo quid stilistico-narrativo, a un più sobrio ma assai rifulgente bianco e nero, quando si avvicina il momento della resa dei conti finale e si penetra nel mondo delle ombre in cui si rifugia il temibile Gorr. È proprio lui il personaggio chiave e il vero effetto speciale dell’intero film, d’altronde a incarnarlo è un Christian Bale che persino truccato, persino doppiato, risplende sullo schermo meglio di qualsiasi chiassoso arcobaleno o corazza cromata. Perché l’attore e la sua performance sono sempre e comunque la vera star, l’unica divinità alla quale non possiamo rinunciare.

Info:
Il trailer di Thor: Love and Thunder.

  • Thor-Love-and-Thunder-2022-Taika-Waititi-001.jpg
  • Thor-Love-and-Thunder-2022-Taika-Waititi-002.jpg
  • Thor-Love-and-Thunder-2022-Taika-Waititi-003.jpg
  • Thor-Love-and-Thunder-2022-Taika-Waititi-004.jpg
  • Thor-Love-and-Thunder-2022-Taika-Waititi-005.jpg
  • Thor-Love-and-Thunder-2022-Taika-Waititi-006.jpg
  • Thor-Love-and-Thunder-2022-Taika-Waititi-007.jpg
  • Thor-Love-and-Thunder-2022-Taika-Waititi-008.jpg

Articoli correlati

Array
  • In sala

    Doctor Strange nel Multiverso della Follia recensioneDoctor Strange nel Multiverso della Follia

    di Doctor Strange nel Multiverso della Follia, ennesima avventura della cosiddetta "quarta fase" della Marvel senza granché da dire sotto il profilo narrativo, trova il suo senso nel ritorno alla regia di Sam Raimi che si conferma mago col tentativo di lanciare un incantesimo contro la tonitruante macchina industriale.
  • In Sala

    Spider-Man: No Way HomeSpider-Man: No Way Home

    di Dopo due simpatici divertissement come Spider-Man: Homecoming e Spider-Man: Far from Home, col nuovo e fiammante Spider-Man: No Way Home la Marvel ha alzato decisamente il tiro e ha creato un blockbuster frankensteiniano, un film-corpo fatto con pezzi di altri film.
  • Roma 2021

    eternals recensioneEternals

    di Eternals, il ventiseiesimo film del Marvel Cinematic Universe, alza i toni e il numero di protagonisti, in una battaglia ultraterrena che supera lo scontro Avengers - Thanos per epicità e maestosità delle contrapposizioni. Spropositata anche la durata, ma forse in parte giustificata.
  • In Sala

    Shang-Chi e la leggenda dei Dieci AnelliShang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli

    di Secondo tassello della Fase Quattro del Marvel Cinematic Universe, ma primo passo verso i nuovi Avengers, Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli è una lieta sorpresa. Spettacolare, divertente, anche drammatico, il film di Destin Daniel Cretton è scritto con cura e può contare su un cast perfetto.
  • Cult

    Howard e il destino del mondo recensioneHoward e il destino del mondo

    di Howard e il destino del mondo segna l'ingresso (tutt'altro che trionfale) della Marvel a Hollywood, si propone come primo colossale flop della carriera produttiva di George Lucas e mette fine alla filmografia da regista di Willard Huyck.
  • TFF 2019

    Jojo Rabbit RecensioneJojo Rabbit

    di Premiato a Toronto, già in marcia lungo la perigliosa strada che porta al Dolby Theatre di Los Angeles, Jojo Rabbit apre la 37a edizione del Torino Film Festival e conferma pregi e limiti del cinema scoppiettante di Taika Waititi.
  • Archivio

    Avengers: Endgame RecensioneAvengers: Endgame

    di , È imponente Avengers: Endgame, ma a tratti anche impotente, costretto a scendere a patti coi film che lo hanno preceduto e lo seguiranno, con regole contrattuali e paletti disneyani, col bilancino del dramma e della commedia...
  • Archivio

    Captain Marvel RecensioneCaptain Marvel

    di , Prendendo le distanze dai facili schematismi di una "storia delle origini" e concentrandosi sulle caratteristiche umane della sua protagonista, Captain Marvel di Anna Boden e Ryan Fleck conferma il talento narrativo e autorigenerativo del Marvel Cinematic Universe.
  • Archivio

    Ant-Man and the Wasp RecensioneAnt-Man and the Wasp

    di Come il suo protagonista maschile, Ant-Man and the Wasp funziona bene nella dimensione micro della spensieratezza, meno quando le sue dimensioni si fanno titaniche per misurarsi con i veri giganti della squadra Marvel.
  • Archivio

    Avengers: Infinity War RecensioneAvengers: Infinity War

    di , Miracolosamente in equilibrio tra le mille star che mette in scena, Avengers: Infinity War è l'attesa e riuscita resa dei conti all'interno del Marvel Cinematic Universe, dove tutto si tiene e nulla sfugge.
  • Archivio

    Black Panther RecensioneBlack Panther

    di Accolto trionfalmente in patria, Black Panther non si discosta dai consueti valori produttivi, narrativi ed estetici del Marvel Cinematic Universe, nonostante le utopie del Regno di Wakanda, il Black Power e la colata di buoni sentimenti e propositi. Asgard e la Galassia sono distanti.
  • Archivio

    Thor: Ragnarok RecensioneThor: Ragnarok

    di Proseguono a rotta di collo le avventure dei supereroi marveliani, sempre più vicini all'apoteosi di Infinity War. In questo percorso non privo di incidenti di percorso e brusche marce indietro, Thor: Ragnarok si rivela una tappa a suo modo significativa...
  • Archivio

    Spider-Man: Homecoming

    di Divertente, leggiadro, impreziosito da un cast selezionato con chirurgica precisione, Spider-Man: Homecoming non riesce a replicare i fasti dei primi anni Duemila, mostrando tutti i limiti della medietas marveliana...
  • Archivio

    Captain America: Civil War RecensioneCaptain America: Civil War

    di , È un’opera collettiva, Captain America: Civil War, film che inaugura la fase tre dell’universo Marvel: un nuovo tassello che conferma tanto il gigantismo quanto i limiti narrativi dei più recenti prodotti dello studio americano.
  • Archivio

    Ant-Man

    di Ant-Man si configura come parentesi più lieve e giocosa all'interno del Marvel Cinematic Universe: malgrado alcuni evidenti limiti narrativi, il film di Peyton Reed porta a casa il risultato senza grossi affanni.
  • Archivio

    Avengers: Age of Ultron RecensioneAvengers: Age of Ultron

    di Faraonico nel budget e nel dispiegamento di attori da box office, Age of Ultron si pone perfettamente nel mezzo del Marvel Cinematic Universe: una pellicola di passaggio, produttivamente e visivamente ambiziosa, ma costretta a forzare snodi narrativi e a sacrificare personaggi.
  • Archivio

    Interstellar RecensioneInterstellar

    di Interstellar declina le teorie di Thorne in chiave umanista e sentimentale, mettendo in scena un futuro prossimo intriso di doloroso realismo. La conferma delle dimensioni gargantuesche dell'immaginario di Christopher Nolan.
  • Archivio

    Guardiani della Galassia RecensioneGuardiani della Galassia

    di L’anteprima al Festival di Roma, l’uscita in seicento copie, l’imponente battage pubblicitario: arriva anche nel Bel Paese Guardiani della Galassia, blockbuster targato Marvel, impreziosito dalla scrittura e dalla regia di James Gunn.
  • Archivio

    Captain America - The Winter Soldier RecensioneCaptain America – The Winter Soldier

    di , Torna il super-milite a stelle e strisce geneticamente modificato con Captain America - The Winter Soldier di Anthony e Joe Russo. E questa volta è decisamente più convincente.
  • Archivio

    Thor: The Dark World RecensioneThor: The Dark World

    di Più combattimenti, più romance, più humour. Queste sono le linee guida di Thor: The Dark World. Tutto corverge verso un nuovo obiettivo: un target più infantile.
  • Archivio

    Iron Man 3 RecensioneIron Man 3

    di In Iron Man 3 di Shane Black torna il personaggio di punta dell’universo Marvel e va in scena l’inevitabile crisi esistenziale del supereroe.
  • Archivio

    The Avengers

    di Non riescono a diventare una vera squadra, ma nei duetti tra di loro i Vendicatori fanno faville. In ogni caso Joss Whedon firma il migliore, ad oggi, dei cinecomics Marvel.