Lanterna verde

Lanterna verde

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Verde/giallo, paura/coraggio e via discorrendo con altri schematismi manichei. L’eterna lotta tra Bene e Male non prevede sfumature, soffocate da una sceneggiatura che vuole raccontarci proprio tutta la storia, dall’alba dei tempi fino ai drammi familiari dello scapestrato Hal Jordan. Lanterna verde soffre di questi netti dualismi, di queste divisioni giocate anche sul piano estetico e dimensionale, con il 3D utilizzato soprattutto nelle sequenze intergalattiche.

La calzamaglia venuta dallo spazio

In un universo tanto vasto quanto misterioso, esiste da secoli una élite di forze potenti. Si chiama il Corpo delle Lanterne Verdi. Il suo compito è di proteggere la pace e la giustizia nel cosmo. I suoi membri sono guerrieri che hanno giurato di mantenere l’ordine intergalattico. Ogni Lanterna Verde indossa un anello che gli dà l’abilità e il potere di creare qualsiasi cosa che la sua mente possa immaginare. Quando un nuovo nemico, chiamato Parallax, minaccia di distruggere l’equilibrio nell’Universo, il destino delle Lanterne Verdi e quello del mondo intero sono riposti nelle mani di una nuova recluta, il primo umano a essere stato scelto a far parte del Corpo… [sinossi]

L’orda di supereroi che sta invadendo gli schermi cinematografici prima o poi si placherà. È un fatto ciclico, figlio delle logiche a tanto al chilo di Hollywood e dintorni. Lo sfruttamento a getto continuo dei personaggi della Marvel e della DC Comics, che ci sta portando passo dopo passo verso il film-evento I Vendicatori – e la JLA? La Justice League of America? – lascerà spazio a un altro genere o sottogenere da spremere come un limone. Il limone. Giallo. E il verde… I due colori che dominano l’ultimo superhero movie sono proprio il verde e il giallo: sul verde pochi dubbi, dato che il lungometraggio in questione è Lanterna Verde (Green Lantern), diretto da Martin Campbell [1], firmato da un folto gruppo di sceneggiatori [2] e interpretato da Ryan Reynolds, Blake Lively, Peter Sarsgaard, Tim Robbins e Mark Strong. Tutti professionali, ma senza troppo impegno. Il giallo, invece, non è immediatamente desumibile e ne esce maluccio, come una sorta di nero di serie B: il giallo rappresenta il potere della paura, il verde il potere del coraggio. Facile immaginare quale forza sia fuori controllo.

Verde/giallo, paura/coraggio e via discorrendo con altri schematismi manichei. L’eterna lotta tra Bene e Male non prevede sfumature, in questo caso soffocate da una sceneggiatura che vuole raccontarci proprio tutta la storia, dall’alba dei tempi fino ai drammi familiari dello scapestrato Hal Jordan [3]. Lanterna verde soffre di questi netti dualismi, di queste divisioni giocate anche sul piano estetico e dimensionale, con il 3D utilizzato soprattutto nelle sequenze intergalattiche. Buono/cattivo e bello/brutto risultano ulteriormente appesantiti dagli snodi narrativi sbrigativi e dai repentini e poco giustificati mutamenti psicologici dei personaggi, forzatamente destinati alla gloria o alla dannazione. E se il guascone Hal Jordan (Ryan Reynolds) è reso meno insopportabile da una serie di rattoppati flashback e ha qualche motivo per vestire i panni del supereroe, non si può dire lo stesso del malcapitato Hector Hammond (Peter Sarsgaard), “costretto” a cedere al Male da una sceneggiatura che si concede troppe forzature, rinunciando quasi totalmente a una soddisfacente caratterizzazione dei personaggi. Ma come detto, è l’eccessiva porzione di storia raccontata a svilire i contenuti di un superhero movie che avrebbe richiesto una maggiore durata o un paio di capitoli [4]: ne avrebbero giovato i vari rapporti padre/figlio o maestro/allievo, appena abbozzati, la storia d’amore all’acqua di rose tra Hal e la paziente Carol (Blake Lively) e persino le sequenze action e gli effetti speciali (sempre in verde) scaturiti dall’immaginazione di Lanterna Verde.

Tutto da buttare? No, ma difficilmente da ricordare. Il comune denominatore di molte pellicole di supereroi delle ultime stagioni è l’apprezzabile confezione tecnica, sostenuta da budget corposi e condita da buoni cast. L’altra costante è la fretta, la superficialità. È la stagione dei supereroi, non c’è tempo per pensare, solo per clonare. Fortunatamente ci rimangono Nolan e le irrispettose riletture di pellicole sagaci come Super e Kick-Ass.

Note
1. Non sempre sinonimo di qualità, nonostante l’ampia esperienza tra action e thriller e la fiducia dell’industria hollywoodiana. Tra i suoi titoli più noti, Fuori controllo (2010), Casino Royale (2006), The Legend of Zorro (2005), Vertical Limit (2000), La maschera di Zorro (1998), GoldenEye (1995) e Fuga da Absolom (1994).
2. Greg Berlanti (Dawson’s Creek, Everwood, Brothers & Sisters), Michael Green (Smallville, Everwood, Heroes), Marc Guggenheim (FlashForward, CSI: Miami, Law & Order) e Michael Goldenberg (Harry Potter e l’ordine della Fenice, Contact).
3. Si è scelto di saltare il personaggio di Alan Scott, giovane ingegnere ferroviario, che nel luglio del 1940 impersonò l’originale Lanterna Verde. La prima apparizione del più seducente Hal Jordan risale a un albo del settembre 1959. La silver age paga più della golden age sul grande schermo.
4. Un altro guaio è il finale che ammicca a un possibile sequel.
Info
Lanterna Verde su facebook.
Il sito ufficiale di Lanterna Verde.
Il trailer italiano di Lanterna Verde.
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