Torino 2014
Il Torino Film Festival 2014, dal 21 al 29 novembre. La trentaduesima edizione del festival sabaudo, tra esordi, New Hollywood, documentari e film di ricerca. Tutte le nostre recensioni.
Il Lido di Venezia sempre più spoglio di persone. Il post-Müller a Roma, tra polemiche infinite e il solito balletto di chi vorrebbe insediarsi sulla poltrona di direttore artistico. La scelta di Pesaro di cambiare rotta alla Mostra del Nuovo Cinema affidandone le sorti nelle mani di Luca Zingaretti.
A leggere questi dati un evento trentennale come il Torino Film Festival non può che sorridere: certo, manca qualche centinaio di migliaio di euro rispetto al budget cui si era abituati (e a farne le spese saranno anche gli spettatori, visto che la riduzione delle sale a disposizione costringerà inevitabilmente a un minor numero di repliche), ma l’impressione di solidità del festival piemontese è data soprattutto da un organigramma che non deraglia dal percorso tracciato nel corso degli anni. Emanuela Martini, da un punto di vista nominale per la prima volta direttrice del Festival ma in realtà in cabina di regia anche quando coadiuvava il lavoro di Nanni Moretti, Gianni Amelio e Paolo Virzì (rimasto quest’anno come “Guest Director”), insieme alle conferme delle sezioni dirette da Davide Oberto e Massimo Causo, irrobustisce l’idea di una struttura che, dal 2006 (anno della tumultuosa rottura tra il festival e il duo di direttori composto da Giulia D’Agnolo Vallan e Roberto Turigliatto) non ha più cambiato faccia. Un festival in grado di movimentare e convogliare l’attenzione della popolazione torinese senza per questo smarrire un proprio obiettivo di ricerca, di attenzione al nuovo, al sepolto, all’invisibile o giù di lì. Un festival, insomma, in grado di affiancare Woody Allen a Josephine Decker, Julien Temple e Lav Diaz, J.P. Sniadecki e Dario Argento, senza creare scossoni né particolari dissesti tellurici. Senza preoccuparsi troppo di avere a che fare con un festival o una festa… [continua a leggere]