Cannes 2023
Cannes 2023, il festival transalpino spegne le settantasei candeline e dichiara al mondo la sua voglia di non cambiare mai, tanto nei pregi quanto nei difetti. Biglietti da prenotare, rush line alle quali prepararsi, sale da riempire e da svuotare. Nel mezzo ovviamente un numero impressionante di film, sparsi nelle varie sezioni, e quell’immagine di un evento gargantuesco e che non fa il bene di tutti i titoli selezionati – discorso che vale per qualsiasi festival di questa grandezza – che è difficile togliersi dalla testa.
Il programma del Festival di Cannes 2023 è ovviamente mastodontico. L’idea, per quanto fuorviante, è che ci sia tutto. Ovviamente non è vero, ma l’importante è che passi il messaggio dell’ineluttabile Thierry Frémaux, ancora una volta in sella, ancora una volta spavaldo e incurante. In fin dei conti, la cartina tornasole del Frémaux-pensiero l’abbiamo vista nell’edizione mancante, quella che non si è fatta ma invece sì, con la sua bella serie di titoli bruciati sull’altare dell’autocelebrazione e alla faccia del covid.
A farla breve, tutti quei titoli che leggiamo nel programma contano fino a un certo punto, al limite interessano i nomi, i soliti, da Loach (The Old Oak) ad Almodóvar (Extraña forma de vida), gli immancabili. Non che sia una loro colpa, sia chiaro. Però. Però il punto è che Cannes sembra sempre più una sorta di piattaforma e il Cinema, quello con la C maiuscola, è tutto qui – anche quello più piccolo, destinato a essere invisibile, ma che potrà poi giocarsi la carta del logo di Cannes, le foto della Croisette, il mercato e via discorrendo. Giusto? Sbagliato? A vederla dal basso, da un punto di vista ingenuamente critico e romantico, ci sembra che il festival abbia imboccato oramai da anni una piega pericolosa. Anzi, i festival, tutto il baraccone, da Venezia allo stuolo di kermesse minori. Si accumula, si accumula, si accumula. Come le piattaforme, come l’ipotetico nemico. Centonovanta paesi. 190. C-e-n-t-o-n-a-v-a-n-t-a. Ecco, è forse diversa la logica di Cannes? Non che Venezia e gli altri… [continua a leggere]