Cannes 2014
Come ogni anno a maggio la Croisette diventa il cuore pulsante del cinema: tutte le nostre recensioni e gli articoli da Cannes 2014.
Jean-Luc Godard e David Cronenberg. Jean Renoir e Nagisa Ōshima. Ma anche Roberto Rossellini e Alice Rohrwacher, Andrey Zvyagintsev e Sergei Parajanov. È il Festival di Cannes 2014, sessantasettesima edizione, ovvero i dodici giorni che decidono gran parte della prossima stagione cinematografica e del destino di tanti giovani (e meno giovani) registi, sceneggiatori, produttori. È il Cinema, quello della magia, dei tappeti rossi, delle star, delle mille luci, ma anche delle sorprese, dei nomi sconosciuti alla distribuzione mainstream, delle perle da scoprire tra le varie sezioni. Perle anche da (ri)scoprire, con il consueto tuffo nel passato della sezione Cannes Classics, quasi un festival nel festival: oltre a Ōshima (Racconto crudele della giovinezza), Rossellini (La voce umana) e Parajanov (Il colore del melograno), sfileranno sulla Croisette alcuni titoli imperdibili come La cagna di Jean Renoir, Orizzonte perduto di Frank Capra, Alba tragica di Marcel Carné, Dragon Inn di King Hu…
Difficile se non impossibile azzardare pronostici per il concorso di Cannes 2014, ma i nomi più attesi sono facili da snocciolare: Jean-Luc Godard (Adieu au langage), David Cronenberg (Maps to the Stars), Olivier Assayas (Clouds of Sils Maria), i soliti Dardenne (Deux jours, une nuit), Michel Hazanavicius (The Search), Tommy Lee Jones (The Homesman). Ma la lista è lunga e non si può escludere (quasi…) nessuno dalla corsa alla Palma d’oro. Un paio di osservati speciali: Naomi Kawase e Xavier Dolan. Per il Bel Paese la nuova speranza è Alice Rohrwacher (Le meraviglie), chiamata a ripetersi dopo l’esordio con Corpo celeste. Ma non si vive di solo concorso. Altra sezione di rilievo è Un Certain Regard, più agile e libera del concorso, a volte appesantito da nomi altisonanti ma oramai poco fertili. Sarà quindi interessante seguire l’esordio alla regia di Ryan Gosling (Lost River) e i nuovi progetti di Wenders e Salgado (The Salt of the Earth), Lisandro Alonso (Jauja), Amalric (La chambre bleue) e la vulcanica Asia Argento (Incompresa, titolo emblematico)… [continua a leggere]